Il licenziamento per assenteismo rientra chiaramente nella sfera dell'infedeltà professionale, ma si tratta anche di un fenomeno che al giorno d'oggi è molto diffuso, ovviamente dietro possono esserci numerose motivazioni e svariati scenari che sarà opportuno approfondire con un professionista.
Partendo dal principio possiamo affermare che un dipendente accusato di assenteismo è a tutti gli effetti un problema per l'azienda, il che causerà a lungo andare svariati disagi sia al datore di lavoro, che ai suoi colleghi, i quali a loro volta si sentiranno doppiamente presi in giro.
Nonostante molti datori di lavoro presentino una lettera di licenziamento per assenza ingiustificata, ci sono non poche difficoltà nel raggiungere l'obiettivo che ci si è prefissati, questo perchè servono delle prove tangibili, reali, appositamente documentate.
Proprio a questo punto un investigatore privato può fare la differenza, perchè grazie al suo impegno sarà in grado di mettere assieme tutta una serie di prove schiaccianti!
Licenziamento per assenza ingiustificata procedura lunga e complessa!
La procedura per un licenziamento di questo tipo può essere effettivamente molto lunga, ed i casi presi in considerazione non sono affatto pochi, tra i quali rientrano:
· La finta malattia, un fenomeno molto diffuso;
· Il finto infortunio;
· Lo svolgimento di un'altra attività:
· Guarigione da infortunio con tempistiche estremamente lunghe;
· Falsa presenza, un vero e proprio reato, una piaga che non tende a fermarsi.
Spesso non ci si regola affatto, molti dipendenti fanno un utilizzo eccessivo della malattia, proprio perchè così facendo hanno anche diritto a svariate tutele; si può mantenere il proprio posto di lavoro, ma ovviamente bisogna fare molta attenzione.
I soliti furbetti scelgono di assentarsi strategicamente il fine settimana, una condotta scorretta se reiterata nel tempo, ora però le cose stanno cambiando, basti pensare alla sentenza dell'8 Luglio 2019 n.18283 che sanziona tutto questo!
In molti casi il dipendente può essere punito severamente, ed in tal caso il licenziamento per assenteismo è ben giustificato, però ci sarà sempre bisogno di prove, motivo per cui affidarsi ad un investigatore privato significherà seguire un percorso studiato alla perfezione.
Il cosiddetto assenteismo tattico non rappresenta una novità, se ne parla da anni, ed io stesso, ho molta esperienza a riguardo; da tempo ricevo richieste di aiuto da aziende di ogni tipo e dipendenti che si trovano in difficoltà.
Con loro e per loro sviluppo un piano d'azione personalizzato, variano gli elementi da valutare, variano le tempistiche, ma una cosa resta sempre la stessa, ovvero il bisogno di arrivare ad ottenere valide risposte, prove concrete che dimostrano un atteggiamento scorretto del dipendente.
La legge non ammette ignoranza e d'ora in poi il dipendente non solo potrà essere licenziato quando accumula un numero eccessivo di assenze, ma anche quando queste sono appositamente scelte, in un certo senso sono considerate strategiche e decisamente più gravi.
Come già affermato più volte in precedenza servono le prove, in assenza di queste non si va da nessuna parte; un'agenzia investigativa riuscirà sicuramente a far luce su tanti aspetti, ma ad oggi, secondo alcuni rivolti della Cassazione, grande peso ed importanza viene data anche alle testimonianze che gli altri colleghi possono offrire.
Un'alta percentuale non ci sta a fare la spia, ma sono molti i dipendenti che si sentono presi in giro da alcuni atteggiamenti; sono molte le cause intraprese negli anni per i soliti fubetti, ed in ogni frangente i giudici hanno classificato tale comportamento come un chiaro segnale di scarso redimento sul posto di lavoro.
In merito ci sono constantemente nuovi aggiornamenti, ad esempio, se ci rifacciamo a qualche anno fa, la soglia di assenze poteva essere varcata solo in alcuni casi, basti pensare a gravi incidenti, in tal caso, il più delle volte il datore di lavoro non ha più interesse a mantenere un dipendente con scarse capacità lavorative, ma ad oggi il cerchio si è allargato decisamente andando ad abbracciare anche malattie che non sono croniche, ma che creano problemi in chi deve organizzare il lavoro.
In un'azienda serve organizzazione, di turni, di ruoli, di tutto, motivo per cui, se determinate assenze sono per di più viziate anche da una strategia di fondo, vanno a rappresentare una chiara forma di assenteismo, ed è qui che il datore di lavoro può far valere il suo diritto.
Cerchiamo di fare chiarezza, se prendiamo come esempio tutti quei lavoratori dipendenti che perdono il loro posto di lavoro in modo del tutto involontario, questi avranno diritto alla cosiddetta NASpI, ovvero la Nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego, la quale rappresenta a tutti gli effetti un'indennità mensile di disoccupazione.
Questo è un sacrosanto diritto, il quale, però, sembra spettare anche a chi è stato licenziato per motivi disciplinari, ecco dunque che anche il lavoratore scorretto, ed assenteista si ritroverà a beneficiare di un'indennità che tutto sommato a pensarci bene non gli spetterebbe affatto nel caso si parlasse di dimissioni volontarie!
Se ti trovi a dover fronteggiare situazioni di questo tipo, io sono a tua completa disposizione.
- Massimiliano Altobelli -
336.340.007